Les amants
È passato un altro anno e le idee per un’altra maschera, pardon, un “tableau vivant” come preferisco definirlo, intendendo tableau nel senso letterale di dipinto, si sono affastellate molteplici nella mia mente. La scelta, infine, si è posata sul mio amato Magritte, il pittore dalle invenzioni spiazzanti e dalla tecnica ferrea e inconfondibile. Nel caso specifico si tratta di Les amants, gli amanti, la celebre coppia che si bacia velata. Magritte ne fece due versioni, entrambe ora conservate negli Stati Uniti, che si differenziano per alcuni particolari piuttosto secondari anche se immediatamente visibili. Ho optato per quella di New York, caratterizzata da un fondo di un verde quasi turchese, che ho riportato nella struttura. Creare un impianto con un doppio personaggio non è semplice perché necessita di un continuo gioco di bilanciamento di pesi e masse che in questo caso, a mano a mano che il lavoro procedeva, si faceva sempre più critico perché l’uomo indossava una vera giacca - piuttosto pesante - e una vera camicia mentre la donna non aveva nulla, se non il vestito. A proposito di vestito, vi sembreà impossibile, ma a lavoro quasi finito ho dovuto sostituire completamente la stoffa rossa della misteriosa signora a causa proprio del suo peso che, trattandosi di un tessuto piuttosto elastico, tendeva a trascinarmi per terra. Grande soddisfazione, invece, mi hanno dato i dettagli, ricavati da altre due opere del genio belga: Golconda, con la sua pioggia di omini con valigetta e bombetta e la Voix des airs con le sue misteriose tre sfere, conservato nella collezione Peggy Guggenheim e quindi un omaggio alla mia Venezia. Le reazioni della gente? Più che divertiti, impressionati, che si chiedevano dubbiosi di cosa si trattasse. La definizione più originale? «Varda che roba: i ga fato do picài!» (Guarda che roba: hanno fatto due impiccati). Forse il buon Renée, da qualche parte lassù, si è messo a ridere di gusto.
1458
Londra, National Gallery
“Golconda” a destra e la decorazione a “borghesi con bombetta” a sinistra.
Sotto:
“Le sfere” (Collezione Peggy Guggenheim - Venezia) e il retro della maschera.
…e con un allegro mino.